A che mi servono le emozioni

A che mi servono le emozioni?

di Lisa Giardina Grifo

Conoscere le emozioni, saperle nominare e riuscire a distinguerle ci aiuta a raggiungere un’efficace regolazione emotiva che è uno degli obiettivi di sviluppo principali per ogni individuo.

Lavoro come psicoterapeuta da 15 anni e a quasi tutti i miei pazienti devo chiarire cosa siano le emozioni e quale sia la loro funzione. Le emozioni, infatti, pur essendo connaturate all’essere umano e nominate quotidianamente, sono poco conosciute ai più e per questo poco comprensibili.

Conoscere le emozioni, saperle nominare e riuscire a distinguerle ci aiuta a comprendere cosa ci sta succedendo quando proviamo un tumulto dentro, quando viviamo “di pancia” la nostra vita. Quelle sensazioni interne così forti e incomprensibili diventano spesso sintomi fisici e psicologici che riducono, a volte notevolmente, la qualità della nostra vita.

Un’emozione è una reazione soggettiva a un evento saliente, caratterizzata da cambiamenti fisiologici, esperienziali e comportamentali (Sroufe, 1996). 

In altre parole un evento che per una persona è rilevante provoca in lui una specifica emozione in quel dato momento. Lo stesso evento può stimolare reazioni emotive differenti in persone diverse, ma anche nella stessa persona il medesimo evento può provocare altre emozioni se cambiano il momento di vita o i contesti in cui avviene.

I cambiamenti che avvengono sono:

    • Fisiologici, quali il battito cardiaco accelerato, respirazione affannosa, sudorazione, pallore o rossore, muscoli contratti o rilassati;

    • Esperienziali, ossia la sensazione interna, la consapevolezza dei cambiamenti fisiologici e la percezione della situazione che ha scatenato l’emozione;

    • Comportamentali, ovvero ciò che è osservabile all’esterno da parte di altri individui. I segni più manifesti sono le espressioni facciali, i cambiamenti del tono di voce, i gesti.

Le emozioni sono innate, tutte ci aiutano ad adattarci al mondo garantendo la sopravvivenza e svolgono funzioni utili sia a livello individuale che nell’interazione con gli altri. Ogni emozione può manifestarsi con intensità e frequenza diversa e, anche se tutti gli esseri umani sono dotati dell’intera gamma di emozioni, ognuno di noi tenderà a provarne più spesso alcune rispetto ad altre.

Le emozioni non sono nostri nemici ma ottimi alleati, non si possono nascondere perché in una forma o un’altra si manifestano e non sono segni di debolezza ma capacità innate che caratterizzano tutti gli esseri umani.  

Le emozioni:

    • hanno una base innata;

    • ognuna viene espressa con una specifica mimica del volto e postura del corpo;

    • ciascuna ha una particolare funzione adattativa, favorisce cioè la sopravvivenza consentendo un’azione efficace nei confronti dell’ambiente o nella comunicazione con gli altri;

Possiamo dividere le emozioni in primarie, presenti già nel primo anno del neonato, e in secondarie, cioè quelle che emergono attorno ai due anni e mezzo quando si sviluppa la capacità di auto valutarsi.

Le principali emozioni primarie su cui voglio soffermarmi sono: paura, tristezza, rabbia, gioia.

Paura

PAURA

• Segnala un evento pericoloso, fisicamente o psicologicamente, che può porre in una situazione di vulnerabilità
• La funzione è di allertare e fornire le risorse per evitare il pericolo
• L’ansia è strettamente collegata alla paura e si presenta quando c’è un pericolo percepito anziché uno reale 

Tristezza

TRISTEZZA

• Si prova quando si percepisce la mancanza di qualcuno o qualcosa
• È utile per ottenere consolazione e vicinanza dagli altri


Rabbia

RABBIA

• Si sviluppa quando ci si sente ostacolati nel raggiungimento dei propri obiettivi
• La funzione adattativa è di attrezzare l'individuo per superare gli ostacoli e realizzare gli obiettivi 

Gioia

GIOIA

• Segnala persone o situazioni gradevoli all'individuo
• Rafforza la disponibilità a interagire con tali stimoli piacevoli


Immagini tratte dagli studi sull’universalità delle espressioni emotive di Ekman degli anni 1970-1980

Le emozioni secondarie più rilevanti sono: colpa, imbarazzo-vergogna e orgoglio.

COLPA
• Si prova quando si infrange una regola sociale
• Serve a segnalare agli altri la percezione del peso della responsabilità nella violazione di una regola che si approva; grazie all’espressione della colpa il gruppo potrà riaccogliere la persona. L’individuo sente di poter recuperare l’immagine negativa che ha di se stesso riscattandosi dall’azione scorretta.
• È evidente la differenza con gli individui in contrasto con le proprie comunità di cui non condividono i valori che infatti non provano colpa nell’infrangere le regole

IMBARAZZO-VERGOGNA 
• Riflettono la sensazione individuale di non andare bene per come si è, per le proprie caratteristiche. A differenza della colpa, non c’è modo di recuperare un’immagine positiva di sé perché ci si sente inadeguati strutturalmente e non per un’azione sbagliata
• Segnala il timore di un giudizio negativo da parte di persone significative e il dispiacere per la propria inadeguatezza o scarsa performance
• L’obiettivo è il recupero della relazione con le persone che sentiamo di aver deluso 

ORGOGLIO
• Dà il senso di valore personale, di autostima e fiducia nelle proprie possibilità.
• È utile a motivare le persone nell’intraprendere nuove attività e percorsi. 

Conoscere le emozioni, saperle nominare e riuscire a distinguerle ci aiuta a raggiungere un’efficace regolazione emotiva che è uno degli obiettivi di sviluppo principali per ogni individuo.

La capacità di modulare le emozioni, cioè di variarne l’intensità e adattarle ai vari contesti, contribuisce a mantenere integra l’organizzazione comportamentale e psicologica dell’individuo. Ci aiuta inoltre nelle interazioni con gli altri in tutti gli ambiti di vita - familiare, relazionale, amicale, lavorativo - rendendo più flessibile il nostro comportamento.

Più in generale la regolazione emotiva aumenta la nostra capacità di rispondere in modo efficace alle sfide, o agli urti, della vita.

Ai miei pazienti ricordo sempre che i palazzi antisismici riescono a resistere alle scosse di terremoto perché sono flessibili!  

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