Dall'infanzia all'adolescenza

Dall'infanzia all'adolescenza 

di Alessia Polverari

Spunti di riflessione per comprendere meglio il difficile viaggio verso l'adolescenza, tra rabbia, paura ed incertezze che coinvolgono tutta la famiglia. 


Uno dei principali temi affrontati in psicoterapia riguarda aspetti di relazione tra genitori e figli.
In particolare, durante il periodo adolescenziale che desta non pochi dubbi, incertezze e preoccupazioni nei genitori, alle prese con “figli in via di trasformazione”.
Come poter gestire un figlio adolescente che sta cambiando così velocemente?
“Dov’è finito il mio cucciolo da coccolare e che vedeva me e suo padre come unici punti di riferimento? Sembra che ce l’abbia sempre con noi e non sappiamo proprio cosa fare”.
Questi sono solo alcuni dei vissuti dei pazienti che arrivano in psicoterapia con un senso di impotenza nel non riuscire ad avere più un rapporto sereno con il proprio figlio/a.
Una mamma, che seguo da tempo per problematiche personali legate all’ansia, arriva in seduta molto confusa ed angosciata.
Mi racconta che non riconosce più il proprio figlio. Marco ha 13 anni ed é sempre stato un ragazzino sveglio, dinamico e solare. Ma, da qualche mese, é diventato cupo, scontroso e facilmente irritabile. I genitori non sanno come gestirlo, non lo riconoscono più.

- “Dottoressa non è più il Marco di prima! Se fino a poco tempo fa andavamo d’accordo, ci seguiva se gli proponevano di fare qualcosa insieme, ci raccontava cosa faceva a scuola e sapevamo più o meno tutto di lui, ora è diventato un “alieno”, si isola con il suo telefonino e sembra non esistere altro per lui”

Marco risponde male e sembra non voler seguire nessuna regola. E' sempre distratto, poco attento a quello che gli accade intorno ed anche a scuola ha subito un calo.
Cosa sta succedendo dunque a Marco?
Tra i 12 e i 19 anni circa, ha inizio quello che nell’immaginario comune, e spesso anche nella realtà, é considerato un periodo molto difficile. Come abbiamo visto nel racconto della mamma, tutta la famiglia ne è coinvolta. Ma mettiamoci questa volta nei panni del bambino/ragazzo. Spesso non si sa proprio come definirli e questo è proprio lo stato che gli adolescenti vivono: l’indefinizione.
Quello che a noi adulti sembra solo una presa di posizione, un atteggiamento sfidante e oppositivo, un muro che si alza “contro” di noi, corrisponde invece ad un mondo interiore fatto di sbalzi di umore rapidi e improvvisi, di un senso di forte vulnerabilità e di irritabilità a cui il ragazzo stesso non riesce a dare un nome. Non sa spiegare e spiegarsi come si sente, sia da un punto si vista fisico che psicologico.
I rapidi cambiamenti del suo corpo lo pongono davanti ad un nuovo sé, che via via si fa sempre più adulto. Da una parte ne va fiero ma dall’altra si innescano in lui molteplici sensazioni, non ultimo l’imbarazzo. Ed è qui che entriamo in gioco noi adulti: “guarda gli stanno crescendo i baffetti”, oppure per le ragazze ” eh sì mia figlia ha sviluppato, é diventata signorina…le sta crescendo il seno”. Fermiamoci a pensare per un attimo come si possa sentire in quel momento nostro figlio. Anzi a ricordare come noi stessi ci siamo sentiti alla sua età davanti ai nostri genitori a volte un po’ “esuberanti” nel parlare di noi.
La parola magica è dunque l’ascolto. E non solo di parole, che anzi spesso come abbiamo visto neanche vengono espresse dall’adolescente “alieno”. Ma quello che è necessario è un ascolto emotivo.
Sintonizzarsi sul nuovo stato emotivo, in rapido cambiamento che l’intera famiglia vive.
Come mi sento io genitore in questo momento?
Come si sente mio figlio/a?
Possono sembrare semplici e superflue domande ma, al contrario, rappresentano il primo passo verso un nuovo modo di rapportarsi con i ragazzi. Questo atteggiamento li farà sentire "visti", ascoltati e permetterà loro di affidarsi all'adulto con maggiore serenità.
L’adolescente sfida, si oppone alle regole e tutto questo è fisiologico e gli serve proprio per definirsi e per avviarsi verso un processo di separazione dalle figure di riferimento.
Nello stesso tempo, i genitori, che devono quanto più possibile fare fronte comune, é bene che trasmettano con chiarezza e fermezza regole definite. Spesso, per scarsa convizione o per paura di possibili reazioni difficili da gestire, si finisce per comunicare con i propri figli in modo ambiguo lasciando così spazio all'insinuarsi di incertezze e dubbi che non fanno altro che confonderli ancora di più.
Gli adolescenti cercano stabilità poichè dentro di loro regna il caos. Gli adulti hanno un ruolo fondamentale proprio nell'aiutarli a far luce in questo che è solo un momento, una fase del ciclo di vita di ogni persona. 

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